LA NOIA COME MOTORE DELLA PASSIONE: COME UTILIZZARLA E PERCHE’
by Super User
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Dott.ssa Francesca Rosa

Ovvero perché “la ciotola è utile perché e vuota” (componimento zen)

Cari genitori, fra qualche settimana i vostri bambini e ragazzi termineranno la scuola e inizierà per loro il tanto atteso periodo estivo e vacanziero. Vi immaginiamo già preoccupati ed indaffarati per trovare loro attività, esperienze, campus sportivi, oratori estivi, ecc per tenerli impegnati. 

Vi proponiamo una riflessione in controtendenza…  Buona lettura!

La noia è un SENTIMENTO dalla natura multiforme, con varie manifestazioni e della stessa natura di ira, dolore, dispiacere.

Troviamo vari tipi di manifestazioni: la NOIA QUIETA e la NOIA IRREQUIETA, ovvero il fare a tutti i costi con eccitazione, agitazione, il frenetico passaggio da un’attività all’altra (IPERATTVISMO).

Abbiamo poi una NOIA SITUAZIONALE ed una NOIA ASITUAZIONALE. Nel primo caso si tratta di una noia contingente e legata ad uno specifico oggetto, ambiente, relazione. Se cambio oggetto, ambiente, relazione, la noia se ne va. La noia asituazionale ostacola invece ogni esperienza di piacere e col tempo può diventare cronica. 

Di per sé nessun sentimento umano è patologico: ira, dolore, dispiacere, noia…. Diventano patologici quando diventano l’unico modo di leggere la realtà e, soprattutto, non permettono più di cogliere il SIGNIFICATO di quel sentimento, cosa in realtà nasconde.

E’ importante esplorare cosa caratterizza uno specifico momento di noia. Per farlo, occorre innanzitutto sfatare alcuni miti. 

1) LA NOIA NON E’ APATIA. La persona apatica non desidera più nulla, non attende più nulla. Non desidera perché niente arriverà o niente sarà come quello che un tempo desiderava. E di questo ne è CONSOLATA. La persona annoiata invece continua a desiderare: nella noia sparisce l’oggetto del desiderio, non il desiderio. Infatti chi prova noia resta in uno stato tensivo, di inquietudine, di agonia, molto dispendioso a livello energetico, in attesa di quella cosa, di quella situazione, di quella persona che non arriva. 

2) LA NOIA NON E’ UN VUOTO La noia è la conseguenza di una necessità di difesa. Se ci fosse davvero un vuoto, lo riempiremmo con qualcosa, ma non abbiamo questo qualcosa. Quindi questo vuoto non è un contenitore ma un CONTENUTO.  E’ assenza di progettualità, di futuro. Ed è assenza anche di passato; ci sono i ricordi che non vogliamo ricordare, perché ci inquietano, facendoci ripensare agli oggetti che non abbiamo.

3) LA NOIA E’ DENTRO DI NOI. Quasi sempre facciamo fatica a comprendere che questo contenuto vuoto è dentro di noi; per questo è più semplice pensare che il vuoto sia fuori di noi, è una consolazione per noi pensarlo. Quindi ci attiviamo per FARE, per fare in modo che da fuori arrivino cose che aggiustino, che riempiano. Ma il segreto è essere, non fare; svuotare e non riempire.

Quando si è piccoli è impossibile annoiarsi, perché se si segue la giornata di un bambino, ci si accorgerà che il ritmo al quale è sottoposto è incalzante. Dopo la mattinata scolastica, i bambini hanno la giornata carica di impegni: il catechismo, il corso di inglese, la piscina, il corso di pittura, il corso di recitazione, il corso di tennis, le ripetizioni, l’ora di musica. E, se si chiede ai genitori il perché di tanti corsi, molti risponderanno che nella società di oggi bisogna preparare i bambini a essere attivi e competitivi, ad avere prestazioni molto alte in tutti i campi, per poter avere successo nella vita. DEVE ESSERCI invece un tempo per essere tristi, pensierosi, annoiati, PERCHE’ SI CREI uno spazio per capire chi si è e che cosa si desidera!

Ma come funziona la noia? Il fenomeno non è stato ancora completamente spiegato ma la scienza è sempre più convinta che la noia rappresenti uno stato creativamente fertile da cui il cervello ri-parte per trovare soluzioni originali. La noia è un momento di calma piatta soltanto apparente. Il nostro cervello riorganizza il materiale inconscio, a cui basta davvero poco per farsi notare dalla coscienza. 

Così, quando si focalizza l’attenzione, si colgono nuove intuizioni. Assomiglia molto a quello che succede nella fase di incubazione del processo creativo. La noia è uno spazio dove possiamo entrare in contatto con noi stessi e con le nostre aspirazioni. E’ anche la situazione giusta per capire meglio cosa è davvero importante per noi.

Come fare?

• Non incoraggiare all’azione (riempire) ma insegnare a stare. Quello che conta è avere una maggiore consapevolezza della noia. Non assilliamo/ci (finiremmo per entrare o far entrare in ansia) pensando di star sprecando tempo;

• Aiutare e aiutarci ad abbandonare la pretesa che qualcosa/qualcuno ci aiuti, faccia e sia al posto nostro;

• Non ci sono d’aiuto le nuove tecnologie, che anzi ci sottraggono le occasioni per annoiarci. Il pericolo maggiore è per i bambini, a cui viene tolta la possibilità di imparare a sognare ad occhi aperti, abilità fondamentale per sviluppare da adulti il proprio pensiero creativo;

• Aiutare a guardarsi dentro e capire che SIGNIFICATO ha per noi questo momento di noia: cosa ci sta frenando, togliendoci l’entusiasmo iniziale? Forse siamo preoccupati di fallire? 

La prossima volta che ci annoieremo, non scrolliamo all’infinito la timeline di un social network. 

Dalla noia può uscire un’intuizione originale. Quindi viviamola come una transizione naturale verso la creatività!

Essere capaci di riempire intelligentemente le ore di ozio è l’ultimo prodotto della civiltà, e al giorno d’oggi pochissime persone hanno raggiunto questo livello. (Bertrand Russell)