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INSONNIA? PUOI CURARLA SENZA FARMACI!
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Dott.ssa Valentina Plebani
Recenti stime riportano che circa il 10% della popolazione mondiale soffre di insonnia. I sintomi sono la difficoltà ad addormentarsi, frequenti risvegli nel corso della notte o un risveglio precoce al mattino e di conseguenza una scarsa qualità del sonno. In aggiunta ai sintomi notturni, nella maggior parte dei casi, sono presenti anche sintomi diurni, quali ad esempio fatica, irritabilità, sonnolenza, disturbi dell’umore e difficoltà di concentrazione e di memoria.
Per questo motivo i soggetti affetti da insonnia spesso lamentano una preoccupazione per gli effetti negativi della deprivazione di sonno sulla loro salute, sull’efficienza lavorativa e sulla qualità della vita in generale.
Il trattamento dell’insonnia ha come obiettivo primario quello di migliorare la qualità e la quantità del sonno e i sintomi diurni correlati al disturbo.
A tale scopo la psicoterapia cognitivo-comportamentale (CBT) per l' insonnia è considerata efficace quanto il trattamento farmacologico. A sostenerlo è la British Association for Psychopharmacology, una delle più importanti associazioni scientifiche sul tema, secondo cui la psicoterapia per l’ insonnia è efficace quanto il trattamento farmacologico e a differenza di quest’ultimo ha effetti benefici anche a lungo termine. L’associazione sottolinea inoltre l’importanza di trattare l’ insonnia, perché si tratta di una condizione che diminuisce la qualità della vita ed è associata ad un maggiore rischio di depressione, di ansia e probabilmente di malattie cardiovascolari.
La psicoterapia cognitivo-comportamentale per i disturbi del sonno consiste essenzialmente in una psicoeducazione, in un rafforzamento delle associazioni tra il letto e il momento di andare a dormire e in una ristrutturazione dei pensieri disfunzionali legati al sonno.
Si tratta di un intervento multimodale che unisce diverse tecniche, sia cognitive sia comportamentali, per modificare le idee e i comportamenti errati riguardo al sonno. Le varie tecniche, combinate tra loro, hanno lo scopo di insegnare in breve tempo alcune strategie per controllare il proprio sonno, eliminando abitudini e pensieri disfunzionali ed insegnando ad evitare gli atteggiamenti sbagliati che, spesso inconsapevolmente, generano un circolo vizioso che mantiene l’insonnia.
Un esempio? A livello comportamentale l’igiene del sonno consiste in una lista di buone regole riguardo l’orario in cui ci si corica e ci si sveglia, l’areazione e la luminosità della stanza, il numero e la durata dei sonnellini diurni consentiti. La terapia cognitiva invece affronta i pensieri e le credenze disfunzionali che interferiscono col sonno, come ad esempio le aspettative riguardo al numero di ore totali che si vogliono passare dormendo, oppure percezioni e pensieri distorti sul non dormire abbastanza e sugli effetti collaterali che ne derivano.
L’efficacia di questo trattamento è ampiamente dimostrata negli studi scientifici e i progressi che porta sono mantenuti a lungo, anche dopo 2 anni, al contrario delle terapie farmacologiche.
La CBT per l’insonnia quindi porta miglioramenti significativi nel sonno e sulla qualità della vita ed ha un buon rapporto costo-beneficio. La letteratura dimostra che questi cambiamenti sono duraturi e progressivi nel tempo, e non si limitano alla durata della terapia. Nonostante all’inizio richieda un investimento di tempo e di sforzo, questa terapia è ben accettata ed è preferita ad approcci farmacologici, come dimostrato dalle alte percentuali di soddisfazione per il trattamento riportate dai pazienti studiati.