Cos’è l’Arteterapia?
by Super User
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Dott.ssa Laura Muscarella 

L’arteterapia è una disciplina complessa, che coniuga competenze dell’ambito artistico, psicologico e pedagogico per proporre una metodologia che ha finalità preventive, riabilitative e terapeutiche.

Nell’atelier di arteterapia si comunica attraverso gli strumenti dell’arte; il prodotto artistico diventa un’alternativa alla parola, soprattutto nelle situazioni in cui il linguaggio verbale sia inibito, bloccato o non efficace. L’utente impara insieme all’arteterapeuta a servirsi di un linguaggio altro, basato su un codice condiviso, quello artistico. Pensieri ed emozioni diventano “simboli comunicabili”, che l’arteterapeuta è in grado di decodificare. 

Grazie alla facilitazione dell' arteterapeuta è possibile intraprendere percorsi di cura che portino ad un reale cambiamento, lavorando con un metodo ben preciso e per obiettivi. Il metodo di riferimento è il Modello Polisegnico, elaborato dal M.o Achille De Gregorio.

Il manufatto prodotto dall’utente è il perno della relazione terapeutica: una volta messi su carta, è possibile rielaborare i contenuti affettivi emersi (spesso in maniera caotica) e cercare di riorganizzarli. 

E’ importante avere la possibilità di utilizzare una moltitudine di materiali e strumenti artistici, per scoprire quello più adatto a sé e imparare a padroneggiarlo.

Il setting terapeutico è fondamentale: solo in un ambiente rassicurante, accogliente e protetto le persone possono sentirsi libere di raccontare la propria storia e le proprie emozioni.

A chi può essere utile?

Gli interventi di arteterapia sono rivolti a diversi tipi di utenze:  

- Area del benessere, ovvero: bambini, adolescenti e adulti che attraversano un momento di disagio (vissuti di ansia, aggressività, paura, insicurezza, bassa autostima).

L’arteterapia può essere un’occasione per riuscire ad individuare le cause del disagio e per rielaborare attivamente traumi, lutti o altre sofferenze interiori. Infatti gli strumenti artistici permettono di lasciar emergere senza troppi filtri ciò che non si riesce a capire da soli o ciò che non si riesce a comunicare con le parole. L’arteterapeuta cerca di stimolare l’emergere di vissuti profondi, di cui magari non si è ancora consapevoli. Prendere consapevolezza della natura della propria sofferenza è il primo passo per poterla elaborare e superare. 

- Difficoltà relazionali all’interno della coppia o della famiglia.

L’arteterapeuta può mettere in atto tecniche che aiutano le famiglie ad esplorare diversi aspetti: interazioni e stili di comunicazione, problemi legati alle famiglie d’origine, storia familiare, problemi attuali della famiglia o di singoli membri. Osservare il modo in cui le persone interagiscono tra di loro nella progettazione e creazione di un manufatto artistico può essere indicativo del tipo di relazione esistente; l’arteterapeuta può aiutare a modificare l’atteggiamento relazionale nella realizzazione dell’oggetto in atelier, e quindi la coppia/famiglia può apprendere nuove modalità di comunicazione e di relazione, costruttive e positive. In atelier tutti i membri della famiglia possono trovare un modo personale per esprimersi, anche i bambini, che con il linguaggio verbale avrebbero più difficoltà.

- Demenze senili o Alzheimer.

Per le persone affette da demenza senile o Alzheimer, l'Arteterapia si è rivelata molto utile, perché coinvolge la parte ancora funzionante del sé, cercando di valorizzare le capacità residue, non ancora compromesse dalla malattia. La persona è presa in cura nel suo complesso, non soltanto come malato; con un percorso terapeutico continuativo e studiato ad hoc per il paziente, è possibile andare a rinforzarne l'individualità e l'autostima, solitamente annebbiate dalla patologia. Inoltre, la pratica con i materiali artistici è utile per recuperare e mantenere il più a lungo possibile alcune capacità mnestiche, cognitive e motorie. All'interno dell'Atelier, quindi, lavoriamo per migliorare i livelli di autonomia, riattivando le funzioni psichiche residue. Di solito il lavoro con il paziente si ripercuote positivamente anche sui parenti che lo seguono, perché hanno modo di conoscere e ri-conoscere parti sopite del proprio caro e di rivederlo come una persona vitale, carica di emozioni e portatrice di ricordi.

- Disabilità. 

L’arte può offrire un’esperienza di “normalità” perché permette di distogliere l’attenzione dalla malattia, facendo dimenticare il proprio stato fisico e facendo sperimentare nuove possibilità immaginative e comunicative. Almeno all’interno dell’atelier, anche la persona meno autonoma può recuperare il controllo delle proprie scelte (decidendo materiali, colori, stili e soggetti) ed agire con libertà per creare ciò che vuole, mettendo in gioco il proprio corpo e la propria immaginazione. L’arteterapia permette inoltre di creare oggetti affettivi da tenere con sé, e di riabilitare il gusto estetico, per provare il piacere del “bello”.

- Pazienti oncologici.

L’arte può aiutare le persone ad aprirsi e a parlare di emozioni ed esperienze legate alla malattia, difficili da comunicare a parole. La condivisione del dolore con il terapeuta o con un gruppo di pazienti in situazioni simili alle proprie può fornire un supporto per sentirsi meno soli e per cercare insieme atteggiamenti positivi. Impegnarsi in un processo creativo inoltre può innescare reali cambiamenti positivi nell’organismo: durante la fase creativa l’irrorazione sanguigna del cervello aumenta e viene prodotta più serotonina, sostanza che allevia i sentimenti depressivi.

- Condotte trasgressive: 

Dipendenze (tossicodipendenza, alcoolismo, gioco d’azzardo patologico, sex addiction o altro).

L’arteterapia può essere utile alle persone che hanno sviluppato una forma di dipendenza perché permette di avvicinarsi alle proprie emozioni (vissuti di vergogna o colpa per esempio) attraverso la sperimentazione e la creazione di immagini in cui riconoscersi; di restituire il senso di autocontrollo e padronanza di sé attuando delle scelte autonome in atelier; e quindi di migliorare l’autostima, al fine di superare il senso di irreparabilità per riuscire a vedere possibilità di cambiamento nel proprio futuro.

Disturbi alimentari (anoressia nervosa, bulimia nervosa, disturbo da alimentazione incontrollata).

Le persone che soffrono di disturbi alimentari possono parlare di sé in modo indiretto  attraverso l’opera che realizzano; di solito si ha bisogno di parlare di identità, di affrontare la relazione con il corpo, con il desiderio, con l’angoscia, con il giudizio degli altri, con la rabbia, la paura e la solitudine. L’arteterapeuta può accompagnare la persona verso la riscoperta del desiderio, del sogno, che spesso è stato represso.

Come si struttura l'intervento?

L’intervento terapeutico si articola in tre fasi: 

- Osservazione e Diagnosi del problema da affrontare;

- Trattamento; 

- Verifica dei risultati ottenuti.

Per chi è interessato a provare questo tipo di terapia, è previsto un ciclo di incontri preliminari che hanno come scopo la sperimentazione di vari materiali e strumenti da parte dell’utente e l’osservazione da parte dell’arteterapeuta. 

L’obiettivo è diagnostico, volto a capire su quale sfera personale il paziente abbia più bisogno di lavorare; le aree prese in considerazione sono quattro:

- L’area emotiva

- L’area cognitiva

- L’immaginario

- La corporeità

Al termine di questi primi incontri ogni partecipante riceverà una restituzione verbale da parte del terapeuta e sarà libero di decidere se proseguire il percorso o meno.

Le opere realizzate saranno di proprietà dell’utente.

Dott.ssa Laura Muscarella